UN SABATO AL MUSEO: VISITA AL MUSEO HORNE




Sarà disponibile, fino alla fine del mese di settembre 2018, la mostra “Da Raffaello a Rubens” presso il Museo Horne, nella quale sarà esposta una selezione di bozzetti a matita, carboncino, sanguigna e altro materiale, realizzati dai migliori artisti del Cinquecento. Oltre al giù citato Raffaello, vi sono la bottega del Vasari e Tiepolo.
Questa mostra è stata l’occasione, per me, di visitare questo museo, che si trova nel centro di Firenze, a poca distanza dagli Uffizi.

Piccola Storia del Museo Horne
Originariamente, il palazzo apparteneva ai terreni della famiglia Fagni ma era stato assegnato ai Corsi, dai quali deriva il nome dell’edificio. A partire dal 1346, l’edificio passò agli Alberti e successivamente giunse, di mano in mano, ai Burgisser i quali vendettero l’edificio a Herbert P. Horne, uno studioso inglese che, per amore dell’arte italiana, aveva venduto tutto e si era trasferito a Firenze.
Al momento dell’acquisto, l’edificio aveva avuto molte modifiche architettoniche e strutturali. Da questa base, Horne introdusse ulteriori cambiamenti, introducendo un impegnativo progetto di restauro insieme all’ingegnere Eugenio Campani. Questo disegno mirava a ripristinare la struttura originaria del palazzo e mirò, in primo luogo, a eliminare tutte le suppellettili dei secoli successivi, oltre naturalmente a raccogliere dai mercati dell’antiquariato tutto quello che apparteneva al periodo rinascimentale. 

Tondo del Beccafumi
 Alla sua morte, secondo le volontà testamentarie del lascito, a partire dal 1916, l’edificio fu trasformato in una fondazione che reca il nome dello studioso. Secondo le sue precise indicazioni, gli oggetti contenuti all’interno dell’edificio non sono accompagnati da alcuna etichetta, proprio come se fossero una casa. Nel 1921, fu invece aperto al pubblico.

Struttura del Palazzo

Il palazzo ruota attorno ad un cortile interno, dove si trova una scala che conduce ai piani superiori. Ve ne sono tre, oltre al pianterreno ma l’ultimo non è visitabile.
Al primo piano, è presente una splendida sala, la camera della donna e dell’uomo, l’archivio (non visitabile). Ogni stanza contiene oggetti originali, provenienti da scuole fiorentine di varie epoche ma anche da pittori famosi. 

Si tratta di un insieme eterogeneo di cassepanche, di varia tipologia e materiale, di pale e di oggetti di uso quotidiano.
Malgrado l’intento sia quello di ricreare una casa rinascimentale, anche il visitatore più inesperto si accorgerà di una clamorosa assenza: il letto. Non ne troverà nessuno, a parte un divanetto in legno destinato al riposino quotidiano o ad essere giaciglio per il precettore dei figli dei proprietari. 
Divanetto e giaciglio del precettore

Tale mancanza non deve sorprendere. I letti trecenteschi e rinascimentali avevano una forma semplice e pratica e furono rapidamente modificati con il mutamento della moda.
Oltre alla produzione di botteghe ed artisti anonimi, non mancano i grandi artisti, come potrete vedere dal tondo di Beccafumi e dalla tavola di Santo Stefano che Horne, per primo, attribuì a Giotto, riconoscimento confermato di recente dai critici d’arte.
Horne acquisatò numerosi oggetti, non badando a spese. La maggior parte proviene dalla quotidianità ma si tratta di prodotti spesso molto preziosi. Il più costoso dell’intera collezione è una sedia in legno, destinata all’uso degli studiosi.
Vi sono una ricca collezione di posate di varie epoche ed una serie di utensili utili per la vita di tutti i giorni. Mi hanno colpito molto alcuni strumenti, per la loro modernità, ed è stato bello vedere come le persone del passato avessero molte cose simili a quelle del nostro tempo, sia pure in forme diverse.
Al pianterreno, invece, sono esposte le mostre temporanee. L’esposizione attuale, ormai quasi al termine, contiene i bozzetti realizzati dagli artisti del Cinquecento come Raffaello, Tiepolo e Giorgio Vasari (ma non solo). Se ne avete la possibilità, andate pure a vederla perché è molto carina.
In conclusione, il Museo Horne è una piacevole sorpresa che merita almeno una visita per la cura degli ambienti, la cortesia del personale e dell’assistenza ai visitatori che non fa pesare affatto la mancanza di etichette. Offre anche diverse attività per bambini e visite gratuite. Assolutamente da provare per l’atmosfera rilassata che riesce a trasmettere.

Per garantire il massimo rispetto delle leggi del copyright, le foto proposte nel seguente post provengono tutte dal sito di wikipedia.

Il sito del museo è:

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