RECENSIONI DI ABAKISKOI: ALESSANDRO ROVERI, IL ROMANZO DI RENATA DI FRANCIA: NEL DRAMMA RELIGIOSO DEL '500

 

 


TITOLO: Il romanzo di Renata di Francia: Nel dramma religioso del '500.

AUTORE: Alessandro Roveri

CASA EDITRICE: Tiemme Edizioni Digitali

DATA DI PUBBLICAZIONE: Marzo 2020 (prima edizione cartacea 2012 edizioni Claudiana)

PERIODO STORICO RAPPRESENTATO: Cinquecento

GENERE: Biografia romanzata

 

TRAMA

«Romanzo, questo? Nella misura in cui la parola "romanzo" allude a vicende umane avventurose, come quelle che Benedetto Croce incluse nelle sue "vite di avventure di fede e di passione", senz'altro sì. Esistono, nelle letterature moderne, centinaia di romanzitout court, di valore assai diseguale. È esistita la teoria manzoniana del romanzo storico. Questo lavoro non appartiene a quelle due categorie. Non è invenzione letteraria. È "romanzo" nel senso crociano di "vita", come sono romanzi le crociane vite di Filippo di Fiandra o di Isabella di Morra. È "romanzo" in quanto lavoro di storia. E si potrebbe dire, parafrasando Amleto, che ci sono più cose fra cielo e terra di quante possano immaginarne i romanzieri».(A.R.)

 

RECENSIONE

 

La lettura che vi presento per questo mese è Il romanzo di Renata di Francia: Nel dramma religioso del '500. pubblicato con Streetlib. La copertina del libro riporta l'immagine di Girolamo da Carpi, Ritratto di gentildonna (1530-1540), attribuito a Renata di Francia.

Si tratta di un prodotto interessante, a metà strada tra il romanzo storico, il saggio e la biografia. Alessandro Roveri (Cattolica, 1929Ferrara, 14 agosto 2020), storico recentemente scomparso, ha realizzato diversi saggi, incentrati su Ferrara e questa opera appartiene a questa categoria.

Renata di Francia, secondogenita di Luigi XII e di Anna di Bretagna, fu un membro della famiglia Valois. Sposò Ercole d'Este e fu madre di Alfonso, il famoso terzo marito di Lucrezia Borgia.

Dopo aver vissuto nella stimolante corte francese, imbevuta delle migliori menti dell'Umanesimo, si spostò a Ferrara come consorte di Ercole e inaugurò un cenacolo culturale che aveva lo scopo di riprodurre, nella sua nuova dimora, quanto aveva ricevuto nella sua terra d'origine. Le sue simpatie calviniste furono oggetto di numerose tensioni, che porteranno ad una conclusione inattesa.

Alessandro Roveri, con un piglio a metà via tra la cronaca e il narratore, descrive i complessi rapporti di forza che si crearono tra Renata, di simpatie calviniste e calvinista essa stessa, e l'ambiente ferrarese, sottoposto alla minaccia costante dello stato della Chiesa. Ne deriva una successione incalzante di personaggi tutt'altro che secondari, che si ritrovarono ad essere loro malgrado oggetto dell'attenzione dell'Inquisizione, con conseguenze sorprendenti.

La bibliografia è piuttosto ricca, così come la chiarezza ed il rigore della ricerca condotta su questo argomento. Non conoscevo bene il tema trattato ma confesso che la narrazione era comprensibile e ben fatta.

In conclusione, penso che questo libro è una piacevole scoperta perché consente di conoscere un argomento poco noto all'interno del complesso scenario del Cinquecento.

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