LA STORIA IN TV: MERAVIGLIE, LA PENISOLA DEI TESORI
Premessa. La sottoscritta è una fan sfegatata di Alberto
Angela da anni, quindi questa recensione è quasi sicuramente di parte.
Proprio ieri sera, ho seguito con interesse la prima puntata
della serie di documentari che accompagneranno questa nuova stagione
televisiva, sia per interesse personale, sia perché alcune delle riprese del
programma sono state girate all’Archivio di Stato, dove sto facendo uno stage
(quindi sono doppiamente interessata. Tralasciamo il vano appostamento per
incontrarlo dal vivo e il fatto che, comunque sono riuscita ad accaparrarmi una
sua dedica…altrimenti mi agito troppo e non sta bene.).
La struttura dell’episodio è tripartita, con tre servizi che
presentano tre luoghi, uno a nord, uno al centro ed uno a sud. Ognuno di questi
servizi presenta un’intervista a personaggi tipici del luogo, con piccoli
episodi di ricostruzione storica su personaggi realmente esistiti e molto
famosi per la località rappresentata.
Le riprese sono il fiore all’occhiello del programma.
Le panoramiche dall’alto e la straordinaria qualità della
fotografia consentono una visione a 360° della località presentata,
valorizzando al massimo il colore e lo straordinario stato di conservazione.
Il risultato è una visione nuova dell’oggetto trattato.
Alberto Angela ha, come è ben noto, un modo diverso di
esporre i fatti, rispetto al padre.
Non sono mancati gli scivoloni ma gli errori esposti,
laddove c’erano ( e qui FB è un maestro nel mettere in evidenza questi punti),
erano trascurabili a sufficienza da non mettere in dubbio la validità delle sue
affermazioni. Un aspetto molto bello del suo modo di presentare è l’entusiasmo
con il quale si avvicina all’oggetto del servizio e questo trasporto è così
sentito da rendere ancora più piacevole la visione.
Chiariamoci, le competenze accademiche di Alberto Angela non
si discutono ma c’è una bella differenza tra lo spiegare una cosa che piace ed
una cosa che non è molto amata. Pensiamoci bene. Il modo di esporre cambia in
maniera sostanziale a seconda dell’interesse che abbiamo per quell’argomento. Maggiore
è l’interesse, maggiore è la padronanza con la quale siamo in grado di
parlarne.
La capacità con cui Alberto Angela è in grado di trattare i
temi del programma si basa su questo semplice meccanismo ed è questa la ragione
del successo dei suoi programmi: spiegazioni semplici ma non superficiali,
unite a video e immagini attinenti al ragionamento del presentatore che offre
una certa visione dell’oggetto di cui parla, senza tradirne la natura.
Meraviglie propone
una formula nuova del modello di conduzione “Angela”, in risposta ad un bisogno
di avere informazioni dinamiche e, insieme complete. Allo stesso tempo, non
sono veri documentari ma presentazioni del meglio del patrimonio UNESCO in
Italia, con il proposito di rendere consapevoli i telespettatori della
ricchezza storico-paesaggistica.
Il risultato è una panoramica ben curata nei contenuti e
nella forma espositiva, priva di quella pesantezza che spesso ci si potrebbe
aspettare nel fornire informazioni di tipo storico-culturale. E’ effettivamente
poco comune, trovare programmi dotati di contenuti di un certo spessore e allo
stesso tempo leggeri ma questo è il miracolo della famiglia Angela che sempre
più appare l’ultimo baluardo della cultura nei primi tre canali della tv
pubblica.
Un esito eccezionale, ma che esprime allo stesso tempo la
sconfitta della Rai come strumento di diffusione del Sapere, salvo smentite future.
Commenti
Posta un commento