RECENSIONI DI ABAKISKOI: Massimo Gregori Grgič, Il mio nome è Bianca


 

RECENSIONE DI ABAKISKOI


TITOLO Il mio nome è Bianca

AUTORE Massimo Gregori Grgič

CASA EDITRICE Il Ciliegio

DATA DI PUBBLICAZIONE 2 Febbraio 2021

GENERE Biografia Romanzata

PERIODO STORICO RAPPRESENTATO Quattrocento


Trama


In questo romanzo storico, l'autore racconta la breve vita di Bianca Giovanna Sforza, figlia di Ludovico Sforza detto il Moro e della sua amante Bernardina de Corradis. La piccola all'età di quattro anni viene promessa in sposa al luogotenente del padre, Galeazzo Sanseverino che di anni ne ha ventinove, come d'altronde lui stesso obietta al Moro. Ma il matrimonio si deve fare per questioni politiche. All'età di dodici Bianca sposa Sanseverino, ma le nozze dureranno poco: la ragazza si ammala e muore. Sarà stato omicidio o fatalità?


Recensione di Abakiskoi


Questo romanzo, di appena 160 pagine, è un pregevole lavoro di Massimo Gregori Grgič, autore di una serie di racconti dedicati a personaggi storici spesso poco conosciuti. E’il caso di Bianca Giovanna Sforza, una delle figlie illegittime di Ludovico Sforza, forse la preferita, tanto da essere destinata al matrimonio con uno dei più fedeli collaboratori del signore di Milano. Il romanzo ripercorre la sua breve vita, attraverso un linguaggio scorrevole ma allo stesso tempo efficace.

La trama è articolata. Benché la protagonista sia Bianca, lo spazio dedicato ai suoi pensieri è relativamente modesto. Il personaggio non emerge infatti dalla penna dello scrittore ma dalle parole, dai pensieri delle figure che hanno avuto la possibilità di avere una relazione con lei: Ludovico Sforza, il suo sfortunato nipote e sua moglie, Bernardina de Corradis, Leonardo da Vinci, Cecilia Gallerani, Galeazzo Sanseverino, Beatrice d’Este. Ognuna di queste figure ha una qualche relazione con Bianca, una presenza storicamente priva di peso, data la sua esistenza fugace, ma capace di lasciare un segno nel cuore di queste figure. Ludovico Sforza la amerà profondamente, tanto che Bianca sarà la sola figura capace di superare le intemperanze del padre che tuttavia non le risparmierà i dolori del matrimonio. Beatrice d’Este e Cecilia Gallerani, rispettivamente moglie ed amante del duce de facto, entrambe affezionate alla bambina che mostra un buon carattere. Altrettanto affezionato sarà Leonardo da Vinci, il quale ne loda la curiosità e l’intelligenza, oppure Sanseverino che, fin da subito, mostra delle reticenze nel costringere la moglie a consumare le nozze a causa del fisico gracile.

In questo insieme di personaggi, assume un rilievo la madre, Bernardina de Corradis. Forestiera, riesce ad infiammare di passione Ludovico, ma tale legame cesserà di esistere con la nascita di Bianca. Benché uniti dall’amore per la bambina, Ludovico perderà ogni interesse per l’amante, che sarà costretta ad un ruolo ai margini della corte. Pur desiderando tornare nella sua città natale, Bernardina non potrà allontanarsi da Milano perché per farlo sarebbe costretta a lasciare Bianca, la sua sola luce nel buio di una vita molto umiliante. E’una figura tragica, che rimane impressa al termine della lettura.

Quanto alla trama, possiamo dire che pur nella sua linearità permane nell’opera il mistero della morte della bambina, deceduta poco dopo il matrimonio. Quali sono le cause della sua morte? Formalmente sembra che sia caduta vittima di una malattia o che il suo fisico gracile non fosse ancora pronto per sopportare i doveri coniugali con un marito notoriamente passionale. La descrizione del malessere, però, mostra delle analogie inquietanti con la fine del nipote di Ludovico Il Moro, Gian Galeazzo Maria Sforza, la cui morte traspare in questo romanzo di scorcio, due anni prima della drammatica fine di Bianca Giovanna. Al termine della lettura, è impossibile non cogliere il nesso tra i due fatti ma la biografia non è esplicita a riguardo. I due decessi presentano significative analogie per quanto riguarda la sintomatologia e il decorso della malattia misteriosa, tanto da generare non pochi sospetti di avvelenamento. La bambina, secondo questa tesi, sarebbe stata uccisa, ma perché? Sulla base della storia, prodotta grazie ad una ricerca d’archivio certosina, come dimostrano le citazioni dei documenti, Bianca Giovanna era amata da tutti i membri della corte e non si spiegherebbe quindi cosa possa aver indotto qualcuno ad assassinarla.

L’autore di questo libro, fedele ai documenti, non ce lo dice...e forse non è nemmeno il suo scopo. Quello che è certo, però, è che questo libro getta luce su un personaggio che non ha avuto il tempo di emergere nella storia ma che, malgrado tutto, ha saputo lasciare un segno nel cuore dei suoi cari.

Ho apprezzato molto questo libro e ne consiglio la lettura.



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