RECENSIONE DI ABAKISKOI: GAIA SERVADIO, DIDONE REGINA, CASA EDITRICE FRASSINELLI

 





TITOLO Didone Regina

AUTORE Gaia Servadio

CASA EDITRICE Frassinelli

DATA DI PUBBLICAZIONE 16 maggio 2017

GENERE Romanzo Storico

PERIODO STORICO RAPPRESENTATO Età Antica


TRAMA


Un veliero, tre sorelle in fuga da una faida scoppiata per evitare che una di loro diventi regina, un viaggio avventuroso tra Cipro, l'Egitto, il Nord Africa e Cartagine. È questo l'inizio del mito di Didone: regina di diritto, esule per volontà degli Assiri. Didone è una donna volitiva, impulsiva, intelligente e per questo temuta e osteggiata. Costretta da una congiura a fuggire dal Libano, attraversa l'intero Mediterraneo per poi fermarsi nel Nord Africa, fondare Cartagine e con essa costruire il mito dei Fenici. Amata e finalmente protetta dal suo popolo, Didone incontrerà l'uomo che per la prima volta la farà innamorare ma, allo stesso tempo, la porterà alla distruzione: Yarbas, un giovane, bellissimo e crudele principe del deserto. Per lui perderà il bene più prezioso, suo figlio Annibale, e per lui attraverserà il Sahara, si allontanerà dalla sua città, e finirà umiliata e tradita. Tornata a Cartagine, in una città che ora la osteggia, troverà la morte a causa di una aggressione proprio dentro il tempio del quale è sacerdotessa. Il potere, il potere maschile, si libera così di una donna troppo forte per i suoi tempi, e la Storia trova la sua prima eroina. Gaia Servadio sa raccontare come nessun altro le donne, e come nessuno racconta Didone: una donna forte, libera, indipendente, profondamente appassionata, e lacerata dall'eterno contrasto tra amore e potere, ragione e sentimento.


RECENSIONE DI ABAKISKOI

Chi non conosce la vicenda di Didone, narrata da Virgilio? In molti hanno sicuramente letto dei brani dalle antologie di epica durante gli scolastici perché è una delle storie più celebri dell’Eneide. Gaia Servadio offre una lettura originale della storia di questa sovrana. Anziché limitarsi alla riproposizione della vicenda in chiave mitica, l’autrice ne offre una lettura in chiave “storicistica”, inserendo la storia di Didone all’interno della cornice del suo tempo. Nel fare questo, non manca di documentare la società fenicia del suo tempo, con le sue luci e le sue ombre: dalla legittimazione al trono esclusivamente attraverso la linea femminile garantita dalla sposa principale, alla ierodulia o prostituzione sacra, ai sacrifici umani dei primogeniti. Questi sono certamente gli eventi più brutali del mondo fenicio, ai quali neppure Didone riesce a sottrarsi.

Il personaggio è notevole. Unica legittima erede al trono, in virtù del suo lignaggio e delle sue prerogative di figlia, Didone ha due sorellastre con le quali ha scarsi rapporti ma che si troveranno a seguirla nelle sue traversie. La sua esistenza è destinata alla grandezza ed al suo ruolo di sovrana, per i quali non sono consentiti momenti di gioia e felicità. Didone condurrà la sua esistenza lungo questa via, distaccandosi dalle emozioni terrene, quasi mai piacevoli. Non le verranno sottratti i dolori di donna e di madre, ma questo potrete scoprirlo leggendo il romanzo.

La storia mette in evidenza lo spirito di sacrificio di Didone che offre tutto per essere una buona regina. Prima sacrifica sé stessa per le persone che ama, a costo di rinunciare alle possibilità di essere felice, poi sacrificherà il suo essere madre per onorare le tradizioni del suo popolo, alle quali non si sottrae neppure una sovrana. Infine sacrificherà i suoi affetti per creare una nuova città, quando la sua terra natale cadrà preda della brama delle popolazioni confinanti ( e qui occorre evidenziare l’attenzione della scrittrice nel delineare i particolari rapporti dei fenici con i popoli che premevano ai confini, assiri in primis).

Molte sono le figure che gravitano attorno a lei e che provano nei suoi confronti sentimenti di amore e di odio. Didone appare come un personaggio titanico, che si staglia nella dimensione del suo tempo come una figura impossibile da ignorare, per la bellezza, il fascino e la grande saggezza con la quale riesce a destreggiarsi tra le infinite trame e intrighi di palazzo che finiranno per distruggerla alla fine della storia. Possiamo citare alcune figure, come per esempio la sorellastra Anna, condannata ad essere sempre la seconda scelta e che proverà per Didone un profondo odio. Oppure i seguaci di Didone, sui quali spicca il capostipite della famiglia Barca, Meshnesh e primo amore di Didone, un personaggio che non avrà mai la possibilità di vivere appieno i suoi sentimenti per la sovrana e che finirà con l’essere sopraffatto da questo sentimento, rivelando un lato oscuro difficilmente controllabile. Personaggio interessante è anche l’egizia Dendres, venduta dal padre come dama di compagnia di Didone e involontariamente sua rivale in amore. Questa donna dovrà rivestire suo malgrado il ruolo di “altra” ma avrà sempre dei sentimenti di affetto nei confronti della regina, capace di sacrificare sé stessa per gli altri.

Personalmente ho trovato la storia molto interessante e originale, soprattutto per la capacità che l’autrice ha saputo manifestare nella composizione della storia. L’editing è ben congegnato, con un layout pulito ed essenziale. Un plauso deve essere inoltre dato alla casa editrice che ha curato questa pubblicazione. La copertina è molto bella, con un uso dei colori pastello che fanno da base all’immagine scelta. Inoltre è stato dato uno spazio significativo all’introduzione, con una lista dei personaggi principali (tranne quelli non facenti parte delle famiglie reali”) che aiutano il lettore a destreggiarsi tra i numerosi nomi. In sintesi mi è piaciuto molto questo romanzo dove la grandezza della donna protagonista emerge sulla grettezza dei personaggi, soprattutto maschili ma non solo, che hanno visto in lei ora una pericolosa rivale, ora un mezzo per ottenere potere e gloria. Se vogliamo inserire questo libro in una qualche corrente narrativa, potremmo dire che esso si si colloca sulla scia delle letture “moderne” dei miti, come La canzone di Achille. Didone regina si distacca da quest’ultima opera per l’attenzione alla storicità del romanzo e per la cura con la quale riesce a riprodurre la società fenicia del tempo ed i suoi rapporti commerciali con i popoli vicini. Il risultato è molto piacevole e ne consiglio per questo la lettura.

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