SEZIONE BOLLE DI SAPONE. RECENSIONE: MIRIAM FORMENTI, CAPELLI DI LUNA
SEZIONE
BOLLE DI SAPONE
RECENSIONE:
MIRIAM FORMENTI, CAPELLI DI LUNA
Inauguro la sezione Bolle
di sapone con un classico del
genere historical romance. L’autrice è un nome storico del romance italiano,
così come lo è il suo romanzo.
Uscito negli anni Novanta Capelli di luna ha lasciato un segno nelle sue lettrici per i temi
presenti nella storia e anche adesso è un’opera che non può ispirare indifferenza.
La trama è la seguente:
1351
Francesco Di Vieri è un capitano al servizio dei Visconti. In passato ha perso tutto, tranne il proprio nome, ma ora che gli si presenta l’opportunità è deciso a riprendersi quello che gli spetta di diritto. A ogni costo. Non importa se la prima a farne le spese sarà Viola, la figlia dell’odiato nemico, una ragazza giovane e bella dai capelli chiari come raggi di luna.
Da un atto d’amore consumato in una taverna, nascerà una grande passione. Un amore tradito dalla gelosia e dall’orgoglio. Un amore mai dimenticato, che risorgerà dalle ceneri più vivo e bruciante di prima.
Francesco Di Vieri è un capitano al servizio dei Visconti. In passato ha perso tutto, tranne il proprio nome, ma ora che gli si presenta l’opportunità è deciso a riprendersi quello che gli spetta di diritto. A ogni costo. Non importa se la prima a farne le spese sarà Viola, la figlia dell’odiato nemico, una ragazza giovane e bella dai capelli chiari come raggi di luna.
Da un atto d’amore consumato in una taverna, nascerà una grande passione. Un amore tradito dalla gelosia e dall’orgoglio. Un amore mai dimenticato, che risorgerà dalle ceneri più vivo e bruciante di prima.
Questo è il romanzo più famoso di
Miriam Formenti ed è stato oggetto recentemente di una riedizione. La storia di
Viola e Francesco, come ogni romance che si rispetti, è una storia
d’amore…eppure non è solo questo. La lettura inizia con una vendetta di faida
di Francesco nei confronti della famiglia di Viola, colpevole di aver
sterminato la stirpe del protagonista. La vendetta avverrà sulla pelle della
giovane che, promessa in sposa ad un uomo più vecchio di lei, viene violentata
da Francesco, con lo scopo di recare alla famiglia della donna il massimo danno
possibile.
Da questo atto, ci saranno delle
conseguenze…e quando Francesco ritornerà da Viola, dopo essersi preso la
rivincita sul padre di quest’ultima, non ci sarà un’accoglienza serena. In
maniera del tutto inaspettata, Viola rifiuterà con sdegno il trattamento di
Francesco e da qui inizierà una spirale di dolori e violenze che, vi avviso,
piegheranno lo stomaco anche al lettore più forte.
Le scene e le violenze subite
dalla protagonista sono molto cruente ma descrivono bene la condizione di
estrema vulnerabilità della donna in quella determinata situazione storica.
Indubbiamente alcune scelte possono essere state esaltate ma meno di quanto si
può pensare. Viola è costretta a subire la vulnerabilità del suo essere donna
in tutte le sue forme, sia per condizione, sia per orgoglio. Come figlia di un
uomo che, da sempre, ha umiliato lei e la madre. Come orfana di un genitore crudele
e meschino. Come donna ed essere umano.
Non è una lettura semplice.
La spirale di violenza e abusi
nella quale precipita, fin dall’inizio del romanzo, è un elemento che un
lettore difficilmente può dimenticare…ma vorrei precisare una cosa. Non si
tratta di violenza fine a sé stessa ma di un elemento che connota un ambiente
ed i suoi personaggi, spingendoli a compiere determinate scelte e azioni.
Viola e Francesco ne sono un degno
esempio.
La prima è un interessante mix tra
il ruolo subordinato della donna e l’orgoglio del casato, una donna che viene
abusata più e più volte a causa di una faida della quale non ha alcuna colpa e a
cui tuttavia deve piegarsi per colpa del proprio sangue. Questa è la
spiegazione che spinge Francesco a violentare Viola…ebbene sì, tutto inizia da
questo stupro che fa precipitare la vita di Viola in una nuova spirale di orrori. La descrizione del suo stato di orfana e di
mezzo per stringere nuove alleanze si lega alla necessità di sopravvivere in
una realtà che non fa sconti alle donne e che le espone a qualunque tipo di
abuso, sia fisico che psicologico.
Un discorso analogo vale per il
coprotagonista, Francesco, un personaggio che, all’occhio moderno, è
difficilmente accettabile.
Francesco prova attrazione per
Viola ed orrore per quello che sta per fare, dal momento che anche la madre e
le sorelle hanno subito questo supplizio prima di essere uccise. Il desiderio
di vendetta ha tuttavia la meglio e prosegue anche dopo, fino a quando il desiderio
di vendetta dominerà anche i sentimenti che il protagonista prova per questa
donna. Dare umanità a questo personaggio senza tuttavia giustificare il suo
gesto non è un’operazione semplice. Allo stesso tempo, non mancano neppure le
contraddizioni che lo dilaniano fino alla fine della storia, dividendolo tra il
desiderio di vendetta, l’odio per la famiglia di Viola e l’amore profondo nei
confronti di quest’ultima.
Rendere tutto questo in una storia
è un’operazione ardua.
Elementi storici: Si tratta di un medioevo trecentesco. Non mancano i
comuni, i feudi e le faide familiari. La descrizione sociale è delineata bene,
senza eccessivi approfondimenti ma, in linea di massima, è un prodotto ben
fatto da questo punto di vista.
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