RECENSIONI DI ABAKISKOI: IL BALLO DI IRENE NEMIROWSKY
LE RECENSIONI DI ABAKISKOI:
Irene Nemirowsky, Il ballo,1930
Genere: Romanzo Breve
Con un po’ di
pazienza, inauguro questo 2019 con un nuovo post ma non lo dedicherò a Jane
Austen, bensì ad un’altra scrittrice che ho finito con l’apprezzare: Irene
Nemirowsky, conosciuta per il capolavoro Suite Francese, dalla quale è stato tratto l’omonimo film.
Il post di oggi è dedicato ad un suo romanzo breve, intitolato Il ballo…ma andiamo con ordine e presentiamo colei che lo ha
scritto.
Irene Nemirowsky
nacque a Kiev presso una famiglia dell’alta borghesia ebraica, nel
1903. Suo padre, Leonid, era un uomo occupato dai suoi
affari mentre la madre Anna era occupata a mantenersi giovane e bella per non
perdere i favori dei vari corteggiatori ed amanti di cui era solita
circondarsi. Irene soffrì molto questo distacco affettivo, soprattutto con la madre, verso la quale cominciò a sviluppare un sentimento di odio, a causa dei rifiuti della donna di dedicarle un po' di affetto. Durante la sua infanzia, sopravvisse a ben due pogrom, ovvero ai massacri
sommari ai quali la popolazione ebraica era sottoposta regolarmente nell’Europa
dell’Est ma anche altrove. Per sfuggire a queste persecuzioni, la famiglia Nemirowsky si
trasferì a Parigi ma i coniugi Nemirowsky mantennero intatti il loro stile di
vita e Irene visse un’infanzia molto solitaria. Fu proprio questo periodo che
spinse la piccola Irene a sviluppare quelle caratteristiche che la renderanno
la grande scrittrice che fu. Il trasferimento in Francia e le letture precoci
intensificarono questa inclinazione. La solitudine in cui si trovò a vivere le
insegnarono ad osservare la realtà con un certo distacco, come si vede in
questo breve racconto. Allo stesso tempo non mancò di indicare nelle sue storie il conflitto tra
madre e figlia, spesso rivali, quasi mai complici, come si vede nel crudele
racconto Il bello.
La penna di Irene
descrive, in modo implacabile, le ambizioni della famiglia Kampf che, arricchitasi
di recente, tenta di entrare nei salotti buoni della società ebraica. Rosine,
una sartina ambiziosa, decide di organizzare un ballo per creare nuovi legami tra
i ceti più facoltosi, con l’appoggio di Kampf, il marito. Nel fare questo,
entrambi sacrificano l’affetto della figlia adolescente Antoinette, una giovane
acerba che vede nel ballo la possibilità di entrare nel mondo degli adulti.
Rosine, però, le vieta di parteciparvi, troppo interessata a rifarsi con questo
ricevimento della povertà subita in gioventù per curarsi dei sentimenti della
figlia che sarà invece confinata nello sgabuzzino per la durata del ballo. La
vendetta di Antoinette sarà semplice ed implacabile.
La scrittura
scivola via con grande rapidità. Ho letto questo libro in un giorno ma anche impiegando
più tempo, possiamo comunque apprezzare l’abilità di questa scrittrice nel
dipingere il rapporto di odio e rivalità, nascosto dietro un’ipocrisia educata,
tra due donne che si invidiano a vicenda: Rosine invidia la giovinezza e le
occasioni che ancora aspettano la figlia mentre Antoinette smania dal desiderio
di entrare nel mondo degli adulti per avere finalmente un ruolo definito. Questo tipo di relazione smentisce lo stereotipo che vorrebbe che tra madre e figlia vi sia affetto. Il racconto smentisce pienamente questo clichés, creando due personaggi accomunati dallo stesso superbo egoismo che impedisce loro di avere un vero e proprio rapporto affettivo reciproco. Questa relazione, densa d'ipocrisia e di arroganza rende la lettura per nulla scontata ma, al contrario, sorprendente nella sua semplice naturalezza che conduce, in modo lineare, ad un finale inatteso.
Il risultato è un
ritratto cinico e crudele…ma la bellezza dello stile di Nemirowsky rende tutto fluido
e naturale. Non è sbagliato definire Il
ballo un piccolo gioiello della narrazione. Ogni elemento è perfettamente
incasellato al suo posto, in un perfetto equilibrio tra autobiografia e narrativa.
Irene Nemirowsky
morì ad Auschwitz nel 1942, un mese dopo il suo ingresso nel campo di
sterminio, a causa di un’epidemia di tifo. I suoi romanzi erano stati nel frattempo
pubblicati già a partire dagli anni Venti. Il
ballo è stato pubblicato nel 1930 ma la prima edizione italiana risale al
1989.
Ne consiglio la lettura per la bellezza dello stile, che rende la storia
accessibile a chiunque.
Ciao, ho letto questo romanzo un paio di anni fa, e lo ricordo ancora come una lettura davvero particolare, sia per i temi affrontati sia per la psicologia dei personaggi
RispondiEliminaE'vero. Ha temi insoliti, eppure la vicenda è molto semplice, non trovi.
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