DOSSIER: PARTE 2. LE TIPOLOGIE DI MATRIMONIO DIFFUSE PRESSO I MEROVINGI


Prima di procedere alla descrizione delle varie tipologie di matrimonio, è utile fare una premessa. Il numero di unioni che i sovrani merovingi ebbero nel corso della loro vita non deve trarre in inganno. I primi re dei franchi erano monogami, ma seguivano una prassi che gli storici hanno chiamato con il nome di monogamia seriale. In altre parole, avevano una relazione per volta, legame che poteva essere sciolto molto facilmente con qualunque pretesto.  La Chiesa combatté a lungo questo fenomeno, ma inizialmente riuscì ad ottenere solo la fine delle unioni endogamiche e ad imporre l’età minima del matrimonio per le ragazze a 12 anni, in linea con la legge augustea. Impose anche una serie di divieti matrimoniali, considerando incestuose le unioni tra persone legate da dei vincoli di parentela, anche acquisita. Per esempio, era considerato incesto il matrimonio tra cognati, così come lo era quello tra la madrina ed il padre del bambino, indipendentemente dal legame biologico effettivo.
Solo nel X secolo, però, si impose l’istituzione della coppia reale, che riconobbe l’importanza formale della regina quale unico veicolo per la successione al trono ed impose il principio della primogenitura, stroncando così la piaga delle lotte di successione che indebolivano i regni merovingi.
I primi re franchi non beneficiavano di queste innovazioni e, di conseguenza, erano costretti ad intraprendere guerre interne, spesso sanguinose, nei confronti dei membri della propria dinastia, allo scopo di garantirsi il potere e, insieme, sopravvivere. Unica garanzia di legittimità era la paternità biologica. Tutti i figli dei re franchi erano legittimi, indipendentemente dalle origini della madre e dal legame che intercorreva tra i due genitori, di conseguenza tutti erano potenziali sovrani.
Analizziamo però le varie tipologie di unione che, pur non mutando la condizione dei principi, ponevano comunque dei vincoli che variavano da caso a caso.

Rapporti ancillari.

Erano relazioni occasionali tra il re e i membri della servitù. Generalmente, si trattava di legami occasionali di breve durata.

Concubinato

Coinvolgevano il re ed una donna di condizione servile. Più duraturo rispetto ai rapporti ancillari ma altrettanto soggetto ai capricci del re e, dunque, estremamente precario. Una volta concluso, la donna tornava a far parte della servitù, senza aver tratto un beneficio durevole.

Friedelehe

Si trattava di un matrimonio vero e proprio ed avveniva tra due esponenti di due classi sociali diverse. Non richiedeva una dote e neppure degli accordi, ma si basava unicamente sul consenso dei due sposi che, alla presenza di alcuni testimoni celebravano questo tipo di nozze. La sposa non portava una dote ma riceveva una serie di beni dopo la prima notte di nozze. Questi beni appartenevano unicamente alla donna e, alla sua morte, ai figli o ai parenti di quest’ultima. In altre parole, non erano più parte delle proprietà del marito. Tali beni prendevano il nome di Morgengabe, dal quale deriva l’aggettivo morganatico.
Questa unione era legittima e non poteva essere sciolta.

Muntehe

Era un matrimonio tra pari. Le parti coinvolte contrattavano le clausole del matrimonio, definendo tutti i particolari delle nozze. La sposa veniva condotta nella casa del consorte, portando con sé una dote. Lo sposo consegnava invece una controdote, corrispondente al costo del passaggio della tutela della donna dalla famiglia d’origine alla propria. Dopo la prima notte di nozze, la donna riceveva la Morgengabe, come avviene per la Friedelehe. Questo tipo di unione era permanente e non poteva essere annullata.

Quali unioni prediligevano i re merovingi?

Osservando la dinastia e le unioni riportate, nonché i nomi delle donne citate, possiamo dire che i sovrani non ebbero una preferenza particolare. Fino al IX secolo, inoltre, non venne introdotto il criterio della primogenitura né, tantomeno, venne istituita la coppia reale, che riconobbe un ruolo alla regina e pose un distinguo tra i figli legittimi e naturali e ridusse le possibilità di scelta del re sulla possibile sposa che, a quel punto, aveva un valore maggiore rispetto al passato.
I merovingi non avevano figli illegittimi nel senso stretto del termine. Il legame biologico era, di per sé, garanzia di legittimità, previo riconoscimento del padre. Laddove ciò non avveniva, il figlio ereditava la condizione sociale della madre, ma si trattava di casi molto rari. Poiché erano tutti legittimi, potevano aspirare al trono e questo dato fu alla base delle lotte interne che dilaniarono i regni merovingi per tutto il corso della loro storia.

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