RECENSIONI DI ABAKISKOI: CARLA MARIA RUSSO, LA SPOSA NORMANNA
CARLA MARIA RUSSO,
LA SPOSA NORMANNA, PIEMME, MILANO, 2013
GENERE
Romanzo storico
PERIODO
STORICO DELL’AMBIENTAZIONE: 1185 e anni successivi.
Trama. Costretta in
sposa al figlio del grande Barbarossa, Costanza d’Altavilla conosce una vita d’intrighi,
complotti, violenze e lotte di potere. Combatterà con tutte le sue forze,
contro nemici potentissimi che vogliono distruggerla, finché sarà lei a
regalare al mondo uno dei più grandi sovrani di sempre: suo figlio, Federico II
di Svevia. In un avvincente romanza storico, l’orgoglio indomito di una donna
che ha segnato la storia.
Recensione
Questo romanzo narra
le vicende di Costanza d’Altavilla che, per motivi dinastici, deve abiurare dai
suoi voti monastici e sposare il figlio di Federico Barbarossa, Enrico di
Svevia, molto più giovane di lei. La storia segue in parte le peripezie della
principessa normanna e la sua difficile condizione. Lontana dalla protezione
della famiglia degli Altavilla e sottoposta alle angherie di uno sposo violento
e instabile, Costanza vivrà in un luogo circondata dai nemici e dalle calunnie,
che renderanno la sua esistenza molto difficile. Sposatasi in un’età molto
avanzata per l’epoca, avrà molte difficoltà. Prima tra tutte quella di avere un
figlio, motivo per il quale sarà oggetto di accuse e insinuazioni che
potrebbero piegare anche lo spirito più forte. Le sue nobili origini
non le garantiranno alcuno sconto, così come succederà al figlio tanto cercato:
Federico.
La storia si dipana in un intreccio ben costruito e lineare, con
personaggi ben caratterizzati e incisivi: da Enrico, abituato al disprezzo ed
incapace di accettare l’attrazione per una donna molto più grande di lui, da
Gualtieri, il grande antagonista della storia, al servizio del papa, uomo capace
di manipolare le debolezze del marito di Costanza, allo sfortunato Tancredi ed
alla sua famiglia, al nobile Ruggero d’Aiello che amerà Costanza di un amore
cortese e devoto, alla stessa Costanza, la quale dedicherà tutte le sue energie
per il figlio, combattendo contro i nemici che la circondano e contro un corpo
che da sempre è debole e malaticcio.
La parte finale è
dedicata a Federico ed è forse la parte più scanzonata e divertente, perché
offre un ritratto inedito del futuro re del regno di Sicilia.
E’un romanzo ben
congegnato in ogni suo aspetto, con un perfetto equilibrio della fiction e
della documentazione storica. Carla Maria Russo ha creato un vero e proprio
gioiellino, realizzando un ritratto inedito ed incisivo di un personaggio che
conosciamo grazie a Dante Alighieri che la pone nel Paradiso. Vi è sicuramente
una parte dedicata alla leggenda. Si dice che Costanza d’Altavilla fosse una
monaca perché si sposò a più di trent’anni, senza essersi mai sposata prima, in
un’epoca in cui l’età minima per il matrimonio era di dodici anni e perché si
diceva che l’Anticristo sarebbe nato da una monaca, versione che venne sostenuta
dal papa per poter poi danneggiare la posizione politica di Federico II, uno
dei più grandi sovrani che il Meridione abbia mai avuto. La figura di Costanza
d’Altavilla appare fisicamente debole e fragile ma si tratta di pura apparenza.
Dentro questa dama vi è una volontà ferrea ed implacabile, che la spinge ad un
atteggiamento che potremmo definire resiliente…ma neppure questo termine è
adatto.
Quello che emerge dalle
pagine di Carla Maria Russo è il ritratto di una donna che si è piegata agli
eventi, senza mai spezzarsi davvero, grazie alla consapevolezza del proprio
ruolo ed ad una devozione per il proprio regno che trasmetterà al figlio Federico,
che lei affiderà al popolo di Palermo, presagendo la sua fine.
E’un romanzo che
consiglio, per l’incisività della scrittura e per la grande abilità che l’autrice
ha saputo mostrare nel bilanciare attendibilità storica e qualità di
narrazione.
Una piacevole
scoperta.
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