Racconti dal passato: Giuditta, figlia di Carlo il Calvo



RACCONTI DAL MEDIOEVO: 1. Giuditta, figlia di Carlo il Calvo (843/4-dopo l’870)


Giuditta ed il suo terzo marito Baldovino

Qualche volta, la Chiesa si pose  a difesa delle ragioni di chi non era potente, stornando così una conclusione che si sarebbe potuta risolvere molto tragicamente, come dimostrò il caso della principessa carolingia Giuditta.
La storia di questo personaggio è poco nota, eppure merita uno spazio, se non altro per lo sviluppo romanzesco che ne derivò.
Giuditta nacque intorno all’843/4 ed era la primogenita del futuro imperatore d’Occidente Carlo il Calvo e di Ermentrude, la sua prima moglie. Il suo antenato più illustre era Carlo Magno per parte paterna e, per parte materna, Carlo Martello. Le sue origini erano dunque molto prestigiose e, proprio per questo motivo, venne educata ad un futuro di regina e usata come una preziosa pedina politica nel gioco delle alleanze del padre, secondo il costume dell’epoca. 

Il primo marito: Ethelwulf (856-858)
Secondo la prassi del tempo, il matrimonio era essenzialmente un affare politico. Principesse di ogni lignaggio divenivano importanti strumenti per alleanze tra vari regni e, come tali, la loro era una presenza itinerante all’interno della casa paterna. Subalterne alla famiglia, erano comunque figure molto importanti per ciò che rappresentavano e tale fu la sorte di Giuditta che aveva dalla sua parentele così prestigiose da renderla una sposa molto più preziosa di altre.
Non appena giunse all’età minima per il matrimonio, nell’856 Giuditta venne fidanzata e successivamente data in moglie a Ethelwulf, re del Wessex. Ethelwulf aveva all’epoca intorno ai sessanta anni ed era rimasto due volte vedovo. Giuditta, invece, aveva dodici anni, l’età minima per il matrimonio nel periodo medievale.[1]
Carlo il Calvo non fece una scelta casuale. Alla base di questo matrimonio, si garantiva l’aiuto militare di Ethelwulf dalle incursioni sul confine settentrionale, mentre Ethelwulf, sposando la discendente di Carlo Magno, si assicurava una legittimazione sulla nobiltà sassone e, dunque, un’ulteriore modo per dichiarare la sua superiorità sui nobili sassoni. Con queste premesse, venne celebrato il matrimonio nel palazzo di Senlis dal vescovo Incmaro di Reims che, oltre a elencare alla principessa i suoi doveri, la incoronò regina dei sassoni occidentali.

Il secondo matrimonio: Ethelbald (858-860)
Le premesse di questa unione erano poco incoraggianti. Dai due precedenti matrimoni, Ethelwulf aveva avuto una numerosa prole. Al maggiore, Ethelbald, Ethelwulf aveva lasciato la guida del regno in sua vece ma durante la sua assenza, Ethelbald, d’accordo con i baroni sassoni, tramò contro il genitore per impedire questa unione. Il titolo di Giuditta come regina dei Sassoni, il primo ad essere concesso alla moglie di un re, era un segno preoccupante per le tradizioni sassoni che vedevano l’introduzione dei costumi franchi nella loro società. Di questo malcontento se ne approfittò Ethelbald.
Ethelbald era il figlio di Ethelwulf e della prima moglie Osburga, figlia del Maggiordomo dell’Isola di Wight, Gran Maggiordomo d’Inghilterra. Per impedire che i figli nati da quest’ultimo matrimonio potessero essere un possibile rivale al trono e impedire l’introduzione di una monarchia di costume franco, si alleò con la nobiltà sassone. Ethelwulf divise il regno e concesse alla sua giovane moglie ricchi possedimenti come vitalizio e la corona ed il potere al figlio maggiore. Alla sua morte, Ethelbald divenne ufficialmente re e sposò Giuditta, attenendosi alle più antiche tradizioni sassoni.
Questo tipo di unione nasceva per le stesse ragioni che avevano spinto Ethelwulf a sposare la principessa franca ma era tra i matrimoni proibiti dalla Chiesa e come tale era nullo. Eppure, sia Carlo il Calvo, sia la Chiesa, non opposero alcun rifiuto all’epoca, per i vantaggi politici che questa alleanza portava a entrambe le parti.
Due anni dopo, Ethelbald morì e Giuditta, vedova e senza figli, vendette tutti i beni nel Sussex e fece ritorno in Francia.

La prigionia

Carlo il Calvo ricevette la figlia e la fece condurre nel monastero di Senlis. Il re era intenzionato a stabilire nuove alleanze matrimoniali, imponendo un nuovo marito a Giuditta. Quest’ultima, però, si oppose ad un nuovo matrimonio e, di conseguenza, sembrava destinata a diventare una religiosa.
Carlo il Calvo era fermamente deciso a organizzare un’unione prestigiosa, dal momento che i matrimoni dei suoi figli erano privi di una qualche utilità politica. L’opposizione di Giuditta a questa terza unione, tuttavia, fu un imprevisto non trascurabile ma il re, tramite questa segregazione a Senlis, sperava di vincere la sua resistenza.

Il terzo matrimonio

Giuditta non attese la decisione del genitore e, prima che potesse decidere un nuovo sposo, si unì in segreto con il futuro conte delle Fiandre Baldovino e insieme fuggirono dal monastero. Questa unione era imprevista e non incontrava l’appoggio di Carlo il Calvo.  Quest’ultimo ordinò ai vescovi di scomunicare la coppia e di recuperare i fuggitivi. Giuditta e Baldovino fuggirono prima presso il re Lotario II e qui ebbe luogo il matrimonio ufficiale. In seguito, la coppia venne accolta presso il papa che cercò di risolvere diplomaticamente la questione. I fratelli di Giuditta appoggiavano la sorella, per contrastare il dispotismo di Carlo il Calvo che, invece, era ben deciso a riavere i due fuggitivi.
Come vedova, Giuditta non era sotto la tutela del padre ma godeva della protezione regia, mentre Baldovino era il vassallo di quest’ultimo e con questa fuga aveva rotto il patto di fedeltà nei confronti di Carlo il Calvo.  Inoltre, era poco prudente mostrare la propria posizione, rischiando di farsi nemico un personaggio potente come Incmaro di Reims.
Il pontefice analizzò allora la situazione ed i precedenti, rappresentati dal matrimonio dei figli di Carlo il Calvo e, dopo aver studiato la questione, dichiarò che il matrimonio era valido e che non era necessario il consenso del padre di Giuditta la quale, per tutta la durata di questa tensione, non smise di dichiarare la sua volontà di rimanere con Baldovino.

Conclusione

Carlo il Calvo mise da parte le sue ostilità. Baldovino e Giuditta si sposarono ad Auxerre nell’863 ma Carlo, malgrado le promesse, indugiò a lungo prima di restituire a Baldovino i feudi che aveva confiscato a quest’ultimo dopo la sua fuga con la figlia. In seguito, donò alla coppia la Fiandra che allora era un piccolo possedimento, il più esposto alle scorrerie dei vichinghi. Probabilmente, Carlo confidava che il genero cadesse sul campo di battaglia ma Baldovino, contrariamente alle sue aspettative non solo sopravvisse agli attacchi ma ebbe addirittura la meglio, estendendo il suo potere e trasformando le Fiandre in uno dei feudi più ricchi e fiorenti della Francia.
Non conosciamo la data della morte di Giuditta ma molto probabilmente aveva trovato la felicità con questo matrimonio, dal quale nacquero cinque figli.

Bibliografia
Edith Ennen, Le donne del medioevo, Laterza
Wikipedia


[1] Il limite di dodici anni derivava dal diritto augusteo.

Commenti

Post più popolari