RECENSIONE DI ABAKISKOI: HANNAH LYNN, IL SEGRETO DI MEDUSA (GREEK WOMEN V.1), NEWTON COMPTON EDITORI, 2021



Titolo: Il segreto di Medusa

Autore: Hannah Lynn

Casa Editrice: Newton Compton Editori

Data Pubblicazione: 2021

Periodo Storico: Passato Mitologico

Genere: Retelling Mitologico

Trama 

La leggenda vuole fosse un mostro, ma la verità è un'altra. In un tempo in cui gli dèi camminano tra i mortali, il confine tra la gloria e l’infamia è estremamente labile. Ma ogni mito ha bisogno di eroi e di mostri.

Radiosa, innocente, la più pura tra le sacerdotesse di Atena. La bellezza di Medusa va ben oltre quella dei semplici mortali. Per questo, quando lo sguardo colmo di lussuria del dio Poseidone cade su di lei, l’unico luogo in cui spera di trovare rifugio è il sacro tempio della protettrice dei greci. Ma nessuno può sfuggire a un dio. E la divina Atena, signora delle arti e della guerra, non avrà pietà per colei che ha profanato la sua casa. Poco importa che Medusa, violata nel corpo e nello spirito contro la propria volontà, implori il suo perdono. Da questo momento il male che le è stato inflitto diventerà la sua corazza e abbraccerà l’oscurità, in esilio, perché chiunque altro le ha voltato le spalle. Si trasformerà nel mostro che gli altri hanno deciso che doveva essere. Nel frattempo, un giovane di nome Perseo si appresta a partire con la missione di uccidere Medusa. La storia dell’eroe Perseo e del mostro Medusa è stata raccontata molte volte. Questa è un’altra storia.

Recensione di Abakiskoi

In pieno spirito revival mitologico, proliferano i racconti incentrati sulle figure del mito e dell’epica. Hannah Lynn si inserisce in questa corrente narrativa, scrivendo una serie di romanzi incentrati sulle figure femminili. Queste ultime sono spesso defilate rispetto alla narrazione, pur avendo talvolta un ruolo importante nella vicenda. Seguendo questa intuizione Hannah Lynn ha scritto una serie intitolata Greek Women, composta da tre romanzi. Il primo è dedicato alla figura di Medusa, la grande antagonista della storia di Perseo. Hannah Lynn ne percorre le peripezie e la vicenda con questo romanzo, dal titolo emblematico.

Chi è Medusa?

Su questo personaggio, esistono diverse versioni, come spesso avviene nella tradizione mitologica. Secondo alcune versioni, ella è figlia del dio marino Forco e unica, tra le sue sorelle, ad essere mortale. Secondo altre versioni, invece, era una mortale dai bellissimi capelli, sacerdotessa di Atena, trasformata in mostro dalla dea perché aveva giaciuto con il dio Poseidone all’interno del suo tempio. Medusa era stata violentata nello spazio sacro ma, sebbene non fosse consenziente, aveva contaminato quella zona inviolabile, e quindi era stata trasformata dalla dea.

Hannah Lynn riprende quest’ultima interpretazione e ripercorre la storia di Medusa, dalla sua nascita come mortale, alla violenza subita, alla sua fine per mano di Perseo. Il mito non subisce particolari modifiche sul piano della successione delle vicende. Ciò che cambia è l’interpretazione data dall’autrice che offre una chiave di lettura di stampo femminista. Uno dei temi cardine del romanzo è la violenza nei confronti delle donne ed attorno a questo argomento ruota l’intera storia del personaggio.

Dotata dalla nascita di una bellezza straordinaria, Medusa sembra essere destinata ad essere oggetto delle attenzioni degli uomini. Affinché non diventasse oggetto di abusi e violenze come era purtroppo accaduto ad una sua sorella, il padre di Medusa conduce la figlia al tempio di Atena, affinché la dea potesse accoglierla come sacerdotessa. Da qui, Medusa conduce una vita come rappresentante della volontà degli dei e da questa posizione assiste ai drammi e ai soprusi che le donne subiscono per mano degli uomini a loro vicine. Malgrado i suoi buoni propositi, non sempre riesce a salvarle ed è proprio in occasione di una di queste drammatiche vicende che conosce uno dei suoi carnefici: Poseidone.

Nell’economia del romanzo, la protagonista è vittima di violenza a più livelli. A livello fisico, viene stuprata dal dio del Mare all’interno del tempio, il luogo dove si sentiva più al sicuro. A livello di reputazione, ella perde ogni credibilità come sacerdotessa, poiché nessuno pensa che ella sia vittima della violenza degli dei. A livello emotivo sarà colpita e perseguitata da Atena che non esita ad abbandonarla nel momento di massimo bisogno, divenendo una delle sue più acerrime carnefici. La discesa negli abissi del dolore per Medusa si protrarrà su più livelli, colpendo anche la sua famiglia. Perderà l’unica persona che la amasse davvero e perderà le sorelle che, col tempo, la odieranno per quanto ha dovuto subire.

Il tratto più interessante è anche la pena alla quale Medusa è sottoposta e l’interpretazione dei poteri che adesso possiede, capacità che le impongono di fare del male al prossimo, malgrado non lo desideri affatto.

La seconda parte dell’opera è incentrata sul suo futuro assassino: Perseo. Il ritratto che emerge è inatteso. Perseo è un giovane che ama  profondamente la madre e che vuole proteggerla dalle insidie del re dell’isola dove entrambi hanno trovato riparo in modo inatteso. La sua impresa nascerà su basi abbastanza nobili, poiché desidera salvare la madre, ma la chiave interpretativa dell’autrice appare quanto mai innovativa. La fine di Medusa non sarà l’apoteosi di un’impresa eroica ma un atto di pietà, un gesto che Perseo compie su richiesta della ex sacerdotessa dopo che questi fa l’unica cosa che nessuno le ha mai concesso: comprensione e accettazione.

L’impianto narrativo prevede la presenza di due linee narrative che alla fine si incontrano in una conclusione, se vogliamo, abbastanza amara. L’intento è certamente ambizioso, poiché la storia di Medusa si inserisce all’interno del tema di denuncia della violenza sulle donne, ma l’effetto finale non è pienamente riuscito, a mio parere.

Il romanzo presenta alcuni elementi critici che smorzano questi obiettivi:

1)La rappresentazione degli uomini. L’attualizzazione del mito tende in questo romanzo a stigmatizzare i personaggi maschili. Malgrado poche, deboli eccezioni, il clima generale tende a rappresentare tutti gli uomini in modo molto negativo e stereotipato, a scapito dell’economia del romanzo che ha bisogno di un conflitto solido per poter sostenere la trama. Tutto ciò non si verifica perché l’esaltazione di Medusa e la sua contrapposizione al resto dei personaggi, benché finalizzata ad evidenziare la sua solitudine, si poggia su basi deboli.

2) L’evoluzione di Atena. La dea della Sapienza è l’artefice della metamorfosi di Medusa ed è sia la sua salvatrice che la sua carnefice. Il romanzo non esprime in modo efficace questa ambiguità perché la dea, pur rappresentando la giustizia e la saggezza, si rivela particolarmente ostile nei confronti della protagonista, elevata fino a quel momento alle più alte cariche del suo tempio. Non si comprende quali siano le ragioni che muovono la divinità a punire così severamente la sacerdotessa e, sebbene ciò sia finalizzato ad esprimere la crudeltà della pena inflitta, l’effetto finale non è pienamente efficace.

3) La debolezza dei personaggi secondari. Benché di contorno, i personaggi secondari sono importanti nell’economia della storia perché danno spessore al racconto. In questo romanzo, invece, la loro riduzione a figure di contorno o a semplice comparse contribuisce a rendere debole l’impianto narrativo che si rivela esile.

4) La struttura discontinua. Il romanzo è a due velocità. La prima, dedicata a Medusa, è probabilmente la più omogenea e narrativamente riuscita. La seconda, su Perseo, si rivela più debole e meno approfondita, motivo per il quale risulta difficile empatizzare con il protagonista.

In tutti i casi, comunque, è poco approfondita l’introspezione dei personaggi, a favore di una prosa più accessibile ad un pubblico giovane e ad una lettura di svago. Questa scelta rende la storia un racconto molto agile ma allo stesso tempo poco incisivo.

In conclusione, si tratta di un romanzo senza infamia e senza lode, che non lascia molto al lettore una volta conclusa la storia.

Non ne sconsiglio la lettura ma non è uno dei romanzi più riusciti della corrente del retelling mitologico.

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