RECENSIONE: CAROLLY ERIKSON, MARIA LA SANGUINARIA. MISERIE E GRANDEZZE ALLA CORTE TUDOR

 

Autore: Carolly Erickson

Titolo: Maria la Sanguinaria. Miserie e Grandezze alla corte dei Tudor.

Casa Editrice: Mondadori

Data di pubblicazione: 2010.

 


 

 

TRAMA

Carolly Erickson smantella lo stereotipo di spietata tiranna cui Maria Tudor, la prima regina inglese, è da sempre condannata, per rivelarne la vera natura. Emerge così il ritratto contrastato di una donna infelice e sola quanto forte e combattiva, una regina rimasta troppo a lungo nell'ombra nella quale l'appellativo Sanguinaria l'ha relegata.

 

RECENSIONE

Maria la Sanguinaria è uno dei personaggi più controversi della storia inglese. La storiografia ne ha tracciato un'immagine generalmente negativa, sottolineando come elemento di condanna la persecuzione dei protestanti nel corso del suo regno. Offrire quindi un ritratto meno imparziale di quello lasciato dalle fonti si presenta dunque come un'impresa non di poco conto.

Carolly Erickson, da conoscitrice della storia inglese quale è, ha deciso di cimentarsi in questa sfida analizzando i testi a sua disposizione, riabilitandone la figura storica e riconoscendole i meriti che finora le sono stati sottratti, ovvero quello di essere la prima regina della storia inglese.

La novità della sua natura di regnante la rende un personaggio atipico nel suo genere. Divenuta regina in modo del tutto inatteso e sopravvissuta alle lotte intestine della dinastia Tudor, Maria ha saputo svolgere con dedizione e rigore i compiti di monarca grazie non tanto alla sua preparazione (che non è mai stata finalizzata a tale scopo) quanto alla sua innata intelligenza. Difficile catalogarla,  poiché nulla nella sua esistenza ha qualcosa di convenzionale, benché formalmente non abbia mai abdicato dal suo destino di donna e moglie. L'autrice analizza il problematico rapporto con i genitori, un legame non scevro da manipolazioni e sottile violenze psicologiche, smantellando i ritratti positivi di Enrico VIII e Caterina d'Aragona la quale ha seguito e curato personalmente la formazione della figlia, non sempre in meglio.

Il saggio evidenzia come e perché Enrico VIII non desideri che la figlia governi l'Inghilterra, soffermandosi sulla cattiva fama della regina Matilda, un personaggio che ha rappresentato, nella mente degli inglesi del passato, un monito contro tutte le donne che tentavano di governare come dei monarchi. L'educazione rigidamente cattolica e bigotta della madre invece ne comprime la vitalità, inducendola all'obbedienza, anche quando diventerà regina. Il dissidio interiore di Maria accompagnerà i suoi passi per tutta la sua esistenza. E' regina ma deve obbedire al marito, che comunque non sarà mai re. L'esito è quasi paradossale ma lascio ai lettori il piacere di scoprirne le conseguenze.

La traduzione del saggio è ben fatta e non manca la citazione di fonti, che confluiscono nella corposa bibliografia alla fine del libro. La lettura è gradevole, oltre che interessante in ogni suo aspetto. La studiosa non nasconde una certa ammirazione per questa regina e, sulla base delle sue argomentazioni, mi trovo a condividerne le opinioni.

In conclusione ho trovato questo libro molto ben fatto e piacevole, adatto alla conoscenza di un periodo storico tanto complesso e ricco di dati.

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