DONNE DEL MEDIOEVO DOSSIER: CLOTILDE LA PRIMA REGINA DEI FRANCHI (485-545)




Thomas Cooper Gotch, La Reine Clothilde. Quadro Preraffaellita.

La prima sovrana che ha lasciato un segno nella storiografia merovingia fu la prima regina dei Franchi, Clotilde, alla quale si deve l'atto di conversione del popolo franco al cattolicesimo. Per questo gesto, le venne dedicata una Vita di carattere agiografico, in età carolingia, in concomitanza con la sua canonizzazione, voluta dall'allora papa Procopio. Le fonti storiche, escludendo questa opera, tendono generalmente a dipingere la regina come una donna in odore di santità e protagonista, in modo diretto ed indiretto, di una serie di prodigi. Gregorio di Tours si discosta in parte da questo filone, ma non rinuncia a dipingere questo personaggio in una chiave complessivamente positiva. La sua fu una storia particolare, che merita di essere raccontata.

LA STRAGE DELLA FAMIGLIA REALE BURGUNDA E L'INCONTRO CON CLODOVEO

Regno di Burgundia nel V secolo
Clotilde nacque nel 485 nell'attuale Borgogna (allora chiamata Burgundia) e vantava nobilissime origini. Suo padre era il re Chilperico e sua madre la regina Caretena, i quali guidavano una parte della regione. Secondo le abitudini germaniche, il regno veniva spartito in parti uguali tra i figli del precedente sovrano, e così avvenne per Chilperico e per i suoi fratelli Godomiro, Godegisilo e Gundebaldo. Chilperico, però, era il sovrano più carismatico per personalità e questo aspetto preoccupò gli altri fratelli che temevano di essere privati dei loro regni per opera di quest'ultimo. Per questo motivo, Gundebaldo, il più risoluto, convinse Godegisilo e Gundebaldo a ribellarsi a Chilperico. I tre mossero guerra contro  Chilperico e lo uccisero  insieme alla regina Caretena ed ai figli maschi. A questa strage sopravvisse solo Clotilde e sua sorella Crona, che furono poste sotto la tutela di Gundebaldo il quale le spedì subito in un monastero di Ginevra. Le due principesse erano entrambe cattoliche, come lo era stata a suo tempo la regina Caretena. La protezione del chiostro e la fede religiosa rappresentavano quindi per le due orfane una soluzione di vita assai dignitosa. Crona divenne una monaca qualche tempo dopo, mentre Clotilde mantenne il suo stato laico e condusse un'esistenza ritirata, lontana dagli ambienti della corte burgunda. La svolta avvenne intorno al 493, quando Gundebaldo ricevette il re dei Franchi Salii Clodoveo che desiderava stringere degli accordi diplomatici. Mentre si trovava alla sua corte, venne a sapere dell'esistenza di Clotilde e, senza perdere tempo, passò sulla via del ritorno dal suo monastero per incontrarla. Colpito dalla sua bellezza, chiese la mano a Gundebaldo il quale, dopo qualche tentennamento, accettò l'accordo. Sua nipote sarebbe servita per cementare l'alleanza con i franchi e tale unione appariva molto vantaggiosa per la Burgundia. Non sapeva che quella scelta avrebbe avuto esiti tragici per il regno, troppo allettato dai benefici immediati. Clotilde era un pegno di pace perfetto per i suoi scopi  e così accettò di concederla a Clodoveo nel 493. La principessa lasciò la sua terra e, con un seguito, giunse nel regno del consorte.

IL MATRIMONIO DI CLOTILDE E CLODOVEO

Come molti sovrani dei regni barbarici, Clodoveo consentì alla moglie di conservare la propria fede. Clotilde continuò a seguire il proprio credo ed assolse immediatamente ai suoi compiti di regina, partorendo, poco dopo le nozze, un figlio al quale dette il nome di Ingomero. La notizia venne ben accolta dal re che, al momento della nascita, era già padre di un maschio di nome Teodorico, nato da una concubina.
Clotilde era ben decisa a crescere Ingomero in seno al cattolicesimo e, perché no?, convertire anche il suo consorte che, per il momento, era fedele agli dei del suo popolo.
Forte dei favori del clero gallo-romano locale, la regina organizzò una cerimonia sontuosa per celebrare il battesimo d'Ingomero, e convinse Clodoveo a parteciparvi. Era convinta che la magnificenza del rito avrebbe persuaso il suo sposo…ma le cose presero una piega imprevista. A causa forse del gelo della stanza della cerimonia, Ingomero si ammalò poco dopo il rito e morì. Un evento imprevisto e certamente doloroso, purtroppo frequente a quell'epoca.
Poco dopo, Clotilde rimase nuovamente incinta e partorì un secondo maschio, al quale dette il nome Clodomiro. Decisa a perseguire il suo proposito di convertire il marito, Clotilde fece battezzare Clodomiro. Il bambino, poco dopo la cerimonia, si ammalò e, a questo punto, la pazienza di Clodoveo venne messa a dura prova. Il re si adirò non poco e considerò la moglie responsabile di quanto accaduto. Clotilde però non demorse e, dopo aver ribattuto di preferire un figlio cattolico morto al posto di un pagano vivo, pregò per la guarigione di Clodomiro. Clodomiro guarì ma questo fatto non mutò le convinzioni di Clodoveo, ancora tenacemente vicino ai culti del proprio popolo. Dopo Clodomiro, nacquero Childeberto, Clotario, Clotilde e Teodechilde. Tutti loro furono battezzati. Alcuni, come Teodechilde, divennero religiosi. Malgrado ciò, Clotilde non era soddisfatta. Clodoveo era ancora pagano, ma la regina non voleva gettare la spugna ed arrendersi a questo stato di cose.

LA SVOLTA DEL 496: CLODOVEO SI CONVERTE AL CATTOLICESIMO

Clodoveo era un re guerriero e mentre la famiglia reale cresceva, si occupò di consolidare ed espandere i propri territori. Nel 496 era impegnato in uno scontro particolarmente aspro contro gli Alamanni e, malgrado le preghiere ai suoi dei, non riusciva ad avere la meglio su di loro. Così si rivolse al dio dei cristiani, promettendo la sua conversione e quella del suo popolo in cambio della vittoria. Poco dopo, ebbe la meglio sugli Alamanni nella battaglia di Tolbiaco.
Fedele a questo giuramento, Clodoveo ricevette il battesimo dal vescovo di Reims Remigio, un uomo molto vicino alla regina Clotilde. Con questo atto, tutta la famiglia reale ed il popolo franco si convertirono al cattolicesimo. Questo atto aveva conseguenze più concrete di quanto si può pensare. Fino a questo momento, l'autorità dei re merovingi, oltre a poggiarsi sulla capacità militare, si fondava anche su una lontana ascendenza divina. Poiché i franchi erano politeisti, ogni re vantava di discendere da una divinità precisa. Con questo battesimo, invece, Clodoveo dichiarò che solo la sua discendenza poteva vantare dei diritti al trono e in questo modo stroncò ogni pretesa dei nemici. Il suo regno si concluse  alla sua morte, avvenuta il 27 novembre del 511.

LA SVOLTA DELLA VEDOVANZA

Suddivisione dei regni merovingi
Rimasta vedova, Clotilde divenne la figura più autorevole della famiglia. Come madre, si pose ai suoi figli come consigliera, avvalendosi della sua natura materna, e dunque disinteressata ai giochi di potere, e della saggezza che da sempre le veniva riconosciuta. Questo ascendente si manifestò in due occasioni.
La prima è la guerra contro il re visigoto Amalrico, che condusse nel 531 alla conquista della Settimania. Amalrico aveva sposato la figlia di Clodoveo, la principessa Clotilde. Quest'ultima giunse in Spagna con un grande seguito…ma qui avvenne un imprevisto. Amalrico era un cristiano ariano ed ordinò alla sposa di convertirsi al suo culto ma Clotilde rifiutò, decisa a rimanere cattolica. Occorre dire che i re barbari erano tolleranti verso le spose cristiane, solo se erano pagani. Qualora la sfortuna avesse deciso che il re fosse cristiano, la moglie avrebbe dovuto adeguarsi alla fede del marito, specie se  aveva una fede cristiana diversa. Poiché Clotilde si rifiutava, Amalrico prima provò con le buone, poi usò la forza. Le offese arrecate alla principessa merovingia divennero l'occasione per Clotilde madre di convincere i figli a dichiarare guerra ad Amalrico ed a occupare una parte del suo territorio. Su questa vicenda, tempo permettendo, scriverò più ampiamente in seguito.
Il successo militare della conquista della Settimania  spinse Clotilde ad accarezzare un progetto ben più ambizioso, ma che aveva coltivato segretamente per decenni: conquistare la Burgundia e distruggere i suoi sovrani. Non era un pensiero insolito, soprattutto in una società che coltivava il principio ed il valore della faida. Consigliò i figli in tal proposito e nel 534 i merovingi attaccarono la Burgundia. Uccisero i suoi sovrani e conquistarono la regione. In tutto questo venne ovviamente trascurata la posizione del figliastro Teodorico che, per scelta di quest'ultimo e per volontà della stessa regina vedova, venne lasciato ai margini della politica.
Clotilde ottenne la vendetta che da tempo desiderava ma, nel farlo, si ritrovò a pagare un prezzo di sangue.

LA MORTE DI CLODOMIRO E LE CONSEGUENZE SULLA FAMIGLIA

Nel corso della guerra era infatti morto il figlio che, più di chiunque altro, era vicino per idee ed inclinazioni, alla regina vedova: Clodomiro. La sua morte sul campo di battaglia fu un duro colpo per Clotilde, pur essendo una tragica possibilità nel mondo violento nel quale viveva.
Come voleva la consuetudine, il regno di Clodomiro avrebbe dovuto essere spartito tra i fratelli ma il caso aveva voluto che Clodomiro fosse sposato e che avesse dei figli. Il problema era dunque più complesso di quanto si potesse credere. Era necessario occuparsi della vedova Gunteuca e dei tre figli minorenni Teodobaldo, Clodoaldo e Gontario. Gunteuca venne presa come sposa da Clotario mentre i tre bambini vennero affidati alla regina Clotilde. Clotilde era profondamente legata ai giovani principi nati da colui che era, tra tutti, il figlio che aveva amato maggiormente, ma questa scelta raffreddò rapidamente i rapporti con i figli superstiti Childeberto e Clotario. In breve questi ultimi, gelosi di questa preferenza, e preoccupati per le conseguenze che una simile misura poteva avere, decisero di eliminare il problema in modo drastico. Comunicarono a Clotilde l'intenzione di presentare i tre piccoli principi ai sudditi del regno di Clodomiro ma, per fare questo, era necessario che essi lasciassero la sua dimora. Felice della notizia, Clotilde lasciò andare i suoi nipoti…ma era un inganno. Non appena i tre principi furono condotti al cospetto degli zii, questi ultimi ordinarono l'uccisione del seguito dei bambini e li fecero prigionieri. Non li uccisero subito, però, ma lasciarono la decisione del loro destino alla nonna. Clotilde ricevette, oltre alla notizia della cattura dei tre nipoti, due oggetti, con l'ordine di sceglierli. Ognuno di essi decretava la sorte dei bambini: le forbici, simbolo della tonsura e della monacazione con conseguente rinuncia al trono ( i capelli lunghi erano il requisito indispensabile per poter aspirare al trono) e la spada, simbolo della condanna a morte.
Sconvolta dalla notizia, Clotilde scelse la spada. Guntario e Teobaldo furono subito uccisi a colpi di spada da Clotario e Childeberto. Dalla strage si salvò, grazie alla prontezza ed al coraggio del suo seguito, il piccolo Clodoaldo, che venne condotto in un luogo sicuro. Clodoaldo, una volta cresciuto, abbandonò ogni pretesa al trono per entrare nella Chiesa e visse in modo pio e devoto come chierico. 
Questa vicenda fu un colpo durissimo per la regina Clotilde. Accolse i corpi dei nipoti e si occupò dei funerali ma, una volta conclusa la cerimonia, decise di lasciare Parigi per recarsi a Tours. Tours era la città episcopale più importante, poiché custodiva le spoglie del santo più venerato in Occidente: San Martino. Qui Clotilde visse i suoi ultimi anni, vivendo nei pressi della chiesa di San Martino e conducendo uno stile di vita ascetico e devoto. Si occupò principalmente di opere di carità, fondando monasteri, chiese e curando la restaurazione degli edifici religiosi. Pochi furono gli interventi nella vita pubblica, come il favore che manifestò per Teodoro e Proculo alla guida della cattedra episcopale di Tours. Il fervore che dimostrò le fecero guadagnare la stima della popolazione, tanto che qualcuno sostenne che fosse divenuta una monaca, ma non ci sono conferme in merito.
Clotilde morì il 3 giugno 545 a Tours in odore di santità. La sua salma, con grandi celebrazioni, fu condotta a Parigi e sepolta accanto a Clodoveo. Nel suo lascito testamentario, fece ricche e cospicue donazioni alle varie chiese locali, che contribuirono a mantenere intatta la sua fama di donna pia e devota. Fama che sopravviverà nei secoli successivi, garantendo a Clotilde la canonizzazione.


Bibliografia Essenziale

Sulla figura di Clotilde, le fonti, sono abbastanza numerose. Oltre alla Storia dei Franchi di Gregorio di Tours, ci sono lo Pseudo-Fredegario e il Liber Historiae Francorum di età Carolingia. Oltre a questo, esiste la biografia agiografica di età carolingia. Per quanto riguarda invece le fonti di questo articolo, si rimanda all'opera di Ludovico Gatto e Carmelina Urso.

Nota dell'autore:  Va aggiunto che Clotilde è la prima regina ad avere uno spazio considerevole nella storia della prima dinastia dei franchi ma, prima di lei, vi era un precedente nella madre di Clodoveo Basina, per la quale purtroppo abbiamo poche notizie.

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