RECENSIONI DI ABAKISKOI, Aleksandr Puškin, La figlia del capitano
di Aleksandr Puškin, 1836
GENERE:
Avventura, Storico
La figura di Aleksandr
Puškin, all’interno del panorama della letteratura russa, appare quasi in
secondo piano rispetto a nomi come Tolstoj, Dostoevskij e
Gogol (autore quest’ultimo di una grande opera incompiuta intitolata Le
anime morte). Il suo operato sembra
acquisire un peso minore ma, in realtà, può essere considerato quasi una sorta
di apripista alla grande stagione letteraria russa. Tolstoj (1828-1910), Dostoevskij
(1821-1881), Gogol (1809-1852), hanno lasciato un segno nella grande stagione
del romanzo ottocentesco. Puškin (1799-1837) appartiene ad una
generazione precedente, con una tradizione letteraria diversa che ha quasi
oscurato i grandi pregi di questo autore.
Leggere quindi La
figlia del capitano, senza avere grossi pregiudizi o aspettative sulla
qualità del testo risulta molto difficile, soprattutto avendo in mente autori
dai nomi tanto illustri come quelli detti sopra…ed è un errore marchiano.
Il romanzo è
ambientato al tempo della rivolta di Pugachov, un contadino che, spacciandosi
per lo zar Pietro, organizzò una vera e propria guerra civile contro il governo
della zarina Caterina II. La guerra durerà alcuni anni e si concluderà con la condanna
a morte di Pugachov attorno al quale, nel frattempo, si era creata una ricca e
florida tradizione di aneddoti e leggende, che lo dipingevano come un brigante
capace di grandi atti di generosità.
Traendo spunto da
questa tradizione, Puškin ha creato un romanzo molto
dinamico e ben strutturato. Grinev, il protagonista, ha ricevuto un’educazione
troppo permissiva agli occhi del padre, che lo vede pigro e troppo interessato
allo svago. Per correggere la sua indole, il genitore invia il figlio come ufficiale
presso un remoto avamposto nella steppa, insieme al suo servitore, affinché
impari la disciplina. Durante il viaggio, i due incappano in una tormenta dalla
quale vengono salvati da un misterioso viandante che li ospita in una locanda.
In segno di riconoscenza, Grinev, ingenuo e impulsivo, regala una pelliccia
pregiata a quest’ultimo, prima di congedarsi e raggiungere il forte. Qui scopre
che il misterioso viandante altri non è che il famigerato Pugachov, autore di
una sommossa contro la zarina Caterina II.
Nel forte, Grinev sarà ospitato dalla famiglia del capitano e si innamorerà
della figlia di questi, Masa. Il suo amore incontrerà diversi ostacoli, come il
rivale in amore per il cuore di Masa, ed il rifiuto del padre di accettarla
come nuora, dovuta alla scarsa fiducia di questi nei confronti del figlio che,
fino a quel momento, si era sempre comportato in modo poco maturo. Non
descriverò le peripezie dei due personaggi ma posso dire che il nodo focale di
tutto è l’amicizia di Grinev e Pugachov, strana e bellissima. Non manca neppure
la bellezza delicata con la quale l’autore descrive la nascita dell’amore tra
Masa e Grinev, capace di sopportare difficoltà molto ardue.
Questo classico, piccolo
nelle dimensioni, si rivela un vero e proprio gioiello per la grande efficienza
lineare con la quale la storia si sviluppa, senza che vi siano delle sbavature.
Non ultimo, assume un peso interessante la presenza di stralci di poesie russe
e di ballate del folklore, che abbelliscono la trama, dandole un’atmosfera di
altri tempi. Un tratto che denota la grande erudizione di Puškin.
La stessa scelta dell’ambientazione
non è di poco conto. Attinge alla storia recente all’autore e ad un personaggio
molto controverso: Pugachov. Pugachov era un brigante che, spacciandosi per il
legittimo erede al trono russo, organizza una guerra civile contro la zarina
Caterina II. Lo scontro, durato alcuni anni, conterà molte vittime e si concluderà
con la condanna a morte di Pugachov. La tradizione popolare ha dipinto questo
brigante come un uomo spietato ma capace di grandi atti di generosità nei
confronti della popolazione, rendendolo quasi un eroe positivo. Lo stesso
ritratto proposto dall’autore del La figlia del capitano: un uomo dotato
di carisma ed eccentrico che il protagonista, pur condannando la sua condotta,
non riesce a odiare davvero.
In conclusione, ne
consiglio la lettura. Aggiungo, inoltre, di affrontare questo romanzo in un’edizione
critica ben fatta, in modo da poter comprendere ed apprezzare meglio il
contesto storico nel quale si muove la vicenda.
Nota: Da questo romanzo, la Rai ha realizzato una fiction.
Nota: Da questo romanzo, la Rai ha realizzato una fiction.
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